Dall'Auditorium Rai del
Foro Italico in Roma Raffaella Carrà conduce questo nuovo show,
la cui idea nasce da un format francese dal titolo "Le rêve d’un
jour". Il tema principale del programma è, come suggerisce il titolo
stesso, il "sogno da realizzare". Ancora una volta grande spazio
per le emozioni, protagoniste come in "Carramba che sorpresa", ma
in modo diverso. Stavolta non ci si limita infatti a riunire persone
lontane da troppo tempo, ma si realizzano, grazie all'aiuto di un
complice, i sogni di persone comuni compresi quelli ritenuti irraggiungibili.
Il nuovo varietà cavalca
i desideri della gente comune: dalla ragazza che sogna di partecipare
al gran ballo delle debuttanti, alla bambina che fantastica di farsi
un bagno insieme ai delfini in un mare cristallino.
Nel corso della trasmissione
i telespettatori possono telefonare al numero in sovraimpressione,
scegliendo un sogno tra quelli proposti, con la possibilità di poterne
realizzare uno identico.
In ogni puntata vengono
trasmessi alcuni filmati relativi ai sogni che hanno potuto realizzare
i telespettatori scelti dalla redazione
Insomma, sogni piccoli
e grandi che i telespettatori sperano di vedere avverare. Dice Raffaella
durante l'allelistimento del programma:
"Il progetto è a buon
punto, ma devo essere tranquilla su tanti aspetti".
Un fatto è certo: «Carramba
che sorpresa!» non c' entra niente. Si tratta di un programma cosiddetto
di «emotainment», una sorta di compromesso tra l'intrattenimento
puro e lo spettacolo basato sulle emozioni delle persone e verranno
accettate solo un certo tipo di proposte. Spiega Raffaella:
«Qui non ospitiamo la
ragazzina che sogna di cantare oppure di incontrare Michael Jackson
o Bobo Vieri. Non avveriamo il sogno che può avere qualcuno di comprarsi
una Ferrari, perché non ci interessa alimentare il consumismo. Soprattutto
non raccontiamo storie di ricongiungimenti familiari. Cerchiamo
invece quei sogni che si annidano negli angoli più segreti dell'
animo»
In questo programma Raffaella
si limita a presentare,senza cantare nè ballare, ad eccezione della
splendida sigla iniziale "Vuol dire crescere" scritta per Lei da
Antonello Venditti.